Il pianoforte virtuale
Il termine virtuale è usato con diversi significati:
- dal latino virtus, in riferimento alla virtù nel senso di forza
- in campo filosofico e scientifico viene usato come sinonimo di potenziale, che può accadere
- particolarmente usato in informatica è il significato di simulato, non reale.
Io credo che virtualizzare anche il concetto di pianoforte, spartito, note pianoforte e quant’altro, sia un errore invisibile, anch’esso virtuale, in un certo senso, ma ugualmente pericoloso.
Oggi puoi suonare pianoforte virtuale, ad esempio scaricando sul tuo smartphone una qualsiasi applicazione e “giocare” a spingere dei tasti sullo schermo. A volte puoi anche imparare nozioni importanti, come ad esempio che esistono i “tasti bianchi e i tasti neri” e poco altro.
Ma la differenza con il mettere le mani su una vera tastiera e suonare la tua canzone preferita, è abissale!
Diciamo che io patteggio per un “gioco serio” sui tasti. Suonare deve divertire ma deve anche donare emozioni, a te che suoni ed eventualmente a chi ti ascolta, a chi dedichi la musica che riproduci, o che produci…….
Suonare canzoni pianoforte è un’abilità semplice da coltivare (se sei iscritto al corso Pianoforte a Orecchio lo sai già) e generosa di emozioni. Non può essere relegata al puro giochicchiare sullo schermo di uno smartphone o di un tablet…. non credi?
Il mio pensiero è che il pianoforte online deve essere un’esperienza che non si distacchi di molto dalla realtà, che non vada più di tanto nel virtuale, ma ne prenda i vantaggi oggettivi, la possibilità di fare musica ovunque si vada, e li sommi alle caratteristiche soggettive di ognuno di noi, non snaturando il rapporto fisico con questa arte, la Musica, che tutto deve tranne che virtualizzarsi.
Cosa ne pensi?
Seguire un blog come questo che ti offre una reale esperienza di musica, facendoti scoprire ad esempio come mettere le mani sulla tastiera oppure semplici ed efficaci consigli per imparare divertendoti questo fantastico strumento musicale, credo sia la strada giusta per non cadere nella convinzione che, in questo mondo sempre più virtuale, si possa anche parlare di pianoforte virtuale come una realtà concreta. Che paradosso!
Un caro saluto a te.
Domenico D’Erasmo.
stefano
ciao! bell’articolo…guarda io penso che le 2 cose virtuale e reale possano coesistere, nel senso che partendo sempre dal sapere mettere le mani su una vera tastiera, alcune app ci possono venire in aiuto….ma il problema che molti hanno trasformato la musica in un giochino…nulla a che fare col creare emozioni…vedi i guitar hero e compagnia bella…d’altro canto però vedere su uno schermo le note che compongono un brano può aiutare molto, come i buon vecchi midi file, che scomposti in varie tracce ti permettono di vedere le note dei vari strumenti ecc…adesso c’è un programma che si chiama synthesia mi pare che ti permette addirittura di suonare la parte che desidire con mano dx o sx o assieme e attende la pressione della nota per continuare aiutandoti a memorizzare il pezzo…però diventa molto schematico…e di memoria e credo che faccia si l’orecchio ma non ti insegni a usare le emozioni per creare e trasmettere…quindi credo che non possa sostituire l’integritá di una persona un computer…poi ci sono multitraccia virtuali ai quali puoimcollegare la tastiera tramite midi che girano su ipad, che sono fantastici per quando hai delle idee e per comporre ovunque…molto meglio che star davanti a un pc…e grazie alla portabilitá secondo me sono ottimi…io ho diversi programmi musicali su ipad che uso per comporre e vanno benissimo senza troppi fronzoli…un saluto!;)
Stefano
Andrea Leti
Stefano mi hai fatto scoprire un nuovo mondo. Complimenti!
Tecnicamente parlando però, vero pure che ho iniziato da pochissimo a suonare grazie a Domenico e a questo progetto, mi vien difficile pensare di suonare “virtualmente” piuttosto che sul pianoforte vero e proprio.
E’ un’altra cosa. Più calda a differenza dell’ipad che me lo vedo come freddo
Domenico
Si Stefano, le due cose possono convivere e già convivono da tempo ormai. Io stesso utilizzo anche suoni virtuali per le mie composizioni, è una cosa assunta come standard.
Il mio dissenso avviene il momento in cui si tenta di virtualizzare per forza tutto, e li non ci sto. I veri suoni, quelli che provengono da corde percosse da martelletti di legno ricoperti di feltro, non può e non deve essere messo alla pari del migliore simulatore a modelli fisico-matematici. Purtroppo giornalmente si assiste a questa gara assurda.
E penso anche a prodotti così sofisticati che simulano, pure molto bene, persino la voce umana…….
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