Il pentagramma, note sui righi, note negli spazi
Se voglio scrivere una lettera, prendo carta e penna e do il via libera alla mia comunicazione. Se voglio effettuare dei conti, prendo un foglio a quadretti ed una penna e comincio i calcoli. (anche se, nell’era digitale, suona un po d’altri tempi scrivere con una penna su un foglio di carta…..)
Se voglio scrivere Musica, devo usare il pentagramma.
Cosa è il pentagramma? E’ un insieme di cinque righe orizzontali sulle quali la musica va scritta e letta.
Le righe sono intervallate da quattro spazi.
Ad ogni riga e spazio corrisponde una nota sullo strumento. Le note sui righi, partendo dal basso, sono
MI – SOL – SI – RE – FA
Le note negli spazi, partendo sempre dal basso, sono
FA – LA – DO – MI
Eccole rappresentate
Attenzione, questa è la denominazione standard, ma ne esistono altre per cui le corrispondenze delle note sui righi e negli spazi cambiano. Tutto dipende dalla chiave in cui è scritta la partitura ( così si chiama una musica scritta sul pentagramma).
Ho definito questa denominazione come standard, in effetti è la più usata, ma questo pentagramma sarebbe muto di informazioni se all’inizio non ci fosse la chiave musicale. In questo caso la chiave è quella di Sol, o di Violino, come molti la conoscono.Grazie alla sua presenza, all’inizio di ogni pentagramma, possiamo nominare le note così come visto nella figura precedente.
Se pensiamo al pianoforte, notiamo che è costituito da 88 tasti, che indicano altrettante note e quindi può venire naturale chiedersi come si potranno mai rappresentare tutte quelle note, usando appena cinque righi e quattro spazi?
E’ presto detto. Si aggiunge, alla nota che fuoriesce per sua posizione sulla tastiera, dal pentagramma, un segno che indichi un rigo o uno spazio aggiuntivo, come se il pentagramma continuasse, solo per quella nota.
Questi segni si chiamano TAGLI ADDIZIONALI.
Questa regola vale sia per le note in alto al pentagramma, sia per le note in basso al pentagramma.
Osservando la nota SOL vediamo che essa è appoggiata sul quinto rigo, in un ipotetico “quinto” spazio che la identifica come nota successiva di FA, situata sul quinto rigo. Alla stessa maniera, la nota LA si appoggia su un ipotetico “sesto” rigo, che la identifica come nota successiva di SOL, appena incontrata in questa scala. Il meccanismo non cambia per la nota SI, situata su un ipotetico “sesto” spazio e via dicendo……….
Ogni nota, per poter superare il pentagramma, sia verso l’alto che verso il basso, viene arricchita di questo piccolo segno orizzontale, il taglio addizionale, che aiuta l’esecutore ad identificarne l’altezza (il suo nome, per farla facile…).
Il pentagramma è il nostro mondo, qui grandi autori scrivono quelle bellissime ed indimenticabili melodie che poi noi, grazie al corso Pianoforte a Orecchio, riusciamo facilmente a studiare e riprodurre, divertendoci.
Un caro saluto a te.
Domenico D’Erasmo.
Fammi vedere che sei vivo!
Dimmi cosa ne pensi e apriamo il discorso anche con gli amici di facebook.